mercoledì 16 novembre 2011

America (economia)

LA SPAGNA E LE SUE COLONIE.Le prime organizzazioni sociali e di rilevanza economica sviluppatesi nelle colonie spagnole furono le encomiendas, un tipo di sistema feudale regolato da leggi severe. Gli indios che vivevano sulla terra affidata al signore spagnolo erano tenuti a fornire “servizi personali”, cioè a riservare una certa parte del loro tempo all’encomendero, oppure potevano scegliere di versargli un’imposta di valore. Tutto ciò però ,contro le leggi del tempo, si tradusse nella schiavizzazione degli indios, i quali erano costretti dagli europei a massacranti e spesso micidiali turni di lavoro. Il lavoro veniva svolto particolarmente presso miniere o piantagioni. Ciò creò un vero e proprio sterminio dei nativi americani, che spinse nel 1560 all’importazioni di altri schiavi provenienti dall’Africa. Altre forme istituzionalizzate di sfruttamento degli indigeni-che spesso vengono confuse con l’encomienda- furono il “repartimiento” e la “mita”, nelle quali vigeva un simile principio di schiavitù.
 Con l’arrivo dei gesuiti si affermò un altro genere di organizzazione sociale: “la reduccion”. Queste si manifestarono soprattutto in Paraguay ed erano delle comunità indipendenti dai governatori e autarchiche economicamente. Gli indios che vi abitavano  producevano ogni cosa necessaria al sostentamento; parte dei prodotti però venivano venduti nei mercati spagnoli per pagare i tributi dovuti alla corona. Esse si diffusero successivamente anche in altre parti dell’America, rappresentando un importante organizzazione per lo sviluppo dell’economia americana.
Tra i più importanti vicereami spagnoli nel seicento, di grande rilevanza dal punto di vista economico, troviamo certamente il vicereame della Nuova Spagna, che rappresentava una delle zone più ricche e significative per la Corona.
                                                    (da wikipedia, libro di testo, “la storia dell’umanità di Enzo Biagi)
 
VICEREAME DELLA NUOVA SPAGNA.

Le miniereDal punto di vista economico, la principale fonte di guadagno in questo colonia fu l’'attività mineraria .Le principali miniere della Nuova Spagna furono quelle di Zacatecas (1546), Pachuca (1552), Fresnillo e Guanajuato (1554) ed infine San Luis Potosí (1592). Queste città attirarono molti popolatori, poiché molti spagnoli speravano di arricchirsi. La durezza del lavoro in miniera però spesso provocava molte infermità, tra cui l'artrite reumatoide, che causò diversi casi di morte tra i lavoratori.
L'epoca dorata delle miniere giunse nel Seicento. La sua miglior rappresentante fu la miniera della Valenciana ubicata a Guanajuato, di proprietà di Antonio de Obregón. L'argento fu il principale prodotto delle miniere della Nuova Spagna e la sua importanza si rifletté nella proliferazione della oreficeria, che poco a poco ottenne gran prestigio nel mondo intero. Anche gli Aztechi avevano sviluppato questa attività ma in scala minore. Le Antille e le Filippine furono il mercato principale di vendita dell'argento prodotto in Nuova Spagna.

Formazione della grande proprietà

Le prime suddivisioni della terra furono fatte dai conquistadores, senza il permesso reale, ma più tardi i loro possedimenti vennero confermati. Oltre alle possessioni riconosciute dal re e alle terre acquistate dagli spagnoli, esistevano le concessioni reali, terre cedute dal re in cambio di un compenso, che potevano essere concesse a una persona fisica o a un villaggio. Il più esteso fu quello del Marquesado del Valle de Oaxaca, proprietà di Hernán Cortés e popolato da più di 23000 indiani, dove si stabilì la base dell'economia della parte sudorientale della Nuova Spagna. Il ripartimento fondiario fu l'attività dell'amministrazione pubblica per vari anni, nel periodo di consolidazione della conquista, i conquistadores si appropriavano dell'oro, mentre il Quinto Real e la decima si sottraevano dai guadagni.

Agricoltura

Fin dal 1565 la corona spagnola stabilì le regole per la coltivazione delle piante europee in America. Il grano fu la principale coltivazione degli spagnoli nel vicereame. Gli indigeni avevano meno possibilità di contrarre contratti agricoli, però nelle loro terre potevano seminare e raccogliere mais, fagioli, cacao e capsicum. La canna da zucchero fu la coltivazione più protetta dalla corona, e, a differenza di altri prodotti, la sua produzione non era limitata ad un particolare gruppo sociale. La vite e l'ulivo furono prodotti molto sfruttati in Nuova Spagna, però il commercio finì nel 1596 con lo scopo di proteggere gli interessi della corona. Fu allora che iniziò la produzione dei bachi da seta, con "moreri" (coltivazioni di gelsi) piantati in tutto il paese.

Il porto di Varcruz

Il porto di Veracruz era l'attracco principale del viceregno sulla costa atlantica, parimenti a quello di Acapulco sulla costa dell'Oceano Pacifico. Entrambi i porti furono fondamentali per stabilire e sviluppare le tratte commerciali oltremare dell'impero spagnolo, specialmente per raggiungere le Filippine e l'Asia. Per esempio, il vascello da carico galeone di Manila (chiamato anche nave della Cina) compiva due volte l'anno il percorso tra Manila e Acapulco; da lì le sue merci venivano trasportate via terra a Veracruz e imbarcate in direzione di Cadice in Spagna. Da Veracruz salpavano, diretti verso la Spagna, tutti i navigli carichi sia delle merci provenienti dai produttori filippini, sia dei metalli preziosi e delle materie prime estratte nel continente americano, soprattutto nei centri minerari di Guanajuato, San Luis Potosí e Hidalgo. Senza dubbio non vi furono grandi tornaconti per la colonia, sia per il continuo dissanguamento della Spagna in varie guerre in Europa, sia per le continue scorribande dei bucanieri inglesi, dei corsari olandesi e dei pirati "indipendenti". I primi due tipi si può dire che fossero destinati a procurare finanziamenti alle loro nazioni di origine, anche loro impegnate in continue guerre per la supremazia in Europa.

Monopoli

La corona spagnola limitò il commercio della sua colonia per proteggere i suoi interessi; ciò diede impulso alle attività di contrabbando. Veracruz era il porto dove si realizzava il commercio con la Spagna, le merci venivano portate a Cadice, dove poi la Casa de Contratación di Siviglia le controllava. Dall'altra parte Acapulco era il porto di comunicazione con le Filippine. I mercanti spagnoli firmarono accordi per instaurare monopoli. Non esistevano relazioni commerciali tra le colonie perché tutto passava attraverso la madrepatria. Le imposizioni della corona contribuirono ad impedire lo sviluppo economico e commerciale del viceregno. Le ribellioni separatiste della Catalogna e del Portogallo nel 1640 portarono Gaspar de Guzman, conte-duca di Olivares a porre misure ancora più restrittive sul commercio, il che provocò una crisi economica e la scarsità di derrate alimentari. I monopoli iniziarono ad essere eliminati con le riforme di Carlo III, però molte proibizioni durarono ancora per molto tempo, fin dopo l'indipendenza del Messico. Senza dubbio il contrabbando sopperì alla penuria di merci di quell'epoca.  
                                                                                                                                  (da wikipedia)
                       
ECONOMIA SPAGNOLA NEL XVI SECOLO.
I proventi dell'oro e dell'argento americano, che affluivano regolarmente alla piazza commerciale governativa di Siviglia, diventarono ben presto la principale risorsa per la madrepatria. Inizialmente la Spagna trasse benefici da questa situazione: le città (soprattutto i porti del sud) crebbero velocemente, il volume di commerci ricevette un notevole impulso e fiorirono le industrie; ma il continuo afflusso di metalli preziosi provocò, negli ultimi decenni del XVI secolo, l'aumento del tasso di inflazione, a dispetto di un basso sviluppo dell'impianto manifatturiero. La nobiltà spagnola, che si accaparrava la maggior parte dei guadagni, per via di un pregiudizio aristocratico che voleva disonorevole il lavoro manuale, preferiva investirli in beni immobili od in obbligazioni statali (juros), piuttosto che nell'avvio di attività economiche produttive. In questo modo la Spagna si trovò impreparata alla crescente domanda di beni e materiali lavorati proveniente dalle colonie, e divenne dipendente dall'estero per le loro forniture. Il denaro e le materie prime che transitavano per i forzieri dei possidenti spagnoli si dirigevano verso i commercianti di tutta Europa in cambio di prodotti finiti, arricchendo anche i banchieri che li finanziavano, primi fra tutti i genovesi. Il Cinquecento è infatti anche noto in Spagna come el siglo de los Genoveses ("il secolo dei genovesi"). Ebbe inizio un lento processo di impoverimento dell'economia spagnola, che invece alimentava le fortune di quelle europee (tra tutte, soprattutto quelle dell'Inghilterra, della Francia e dell'Olanda), denotando una pessima capacità della classe dirigente di Madrid di gestire la ricchezza ed il vantaggio sugli altri paesi concorrenti generato dalla colonizzazione delle Americhe.     (wikipedia)
Come detto pocanzi quindi alcuni studiosi attribuiscono la crescita dei prezzi all’inflazione: successivamente però questa teoria monetaria fu molto criticata in base alla convinzione che il fenomeno fosse in realtà ben più complesso. Non solo venne dimostrato che l’aumento dei prezzi era iniziato già negli ultimi decenni del XV secolo( quindi prima dell’arrivo massiccio dei metalli dall’America), ma si mise in discussione perfino la portata della rivoluzionaria di un rincaro ritenuto. Il rialzo infatti aveva riguardato soprattutto i beni di consumo essenziali,quelli alimentari: i più richiesti da una popolazione in espansione, quelli per i quali la domanda cresceva più rapidamente dell’offerta. Secondo alcuni studiosi quindi i rincari cinquecenteschi andavano attribuiti proprio all’aumento demografico e al conseguente squilibrio tra una domanda in continua crescita e una produzione agricola incapace di far fronte alle richieste. Se,infatti, a partire dalla seconda metà del XV secolo,l’aumento della popolazione aveva permesso di rimettere a coltura molte terre e di bonificarne altre,i metodi di coltivazione non erano sostanzialmente cambiati e dopo alcuni anni la produttività dei terreni tendeva a ridursi. Sempre dagli studi effettuati è emerso che la rivoluzione dei prezzi influì in modo assai diverso sui redditi e sul livello di vita della popolazione europea: mentre la popolazione delle campagne si impoveriva a causa dei prezzi elevati coloro che producevano o vendevano  (mercanti,produttori,imprenditori) quei beni ricavò un grande profitto. Tutto ciò però costituì un motivo di preoccupazione per le monarchie europee, in quanto minacciava la stabilità monetaria e rendeva più oneroso il finanziamento delle guerre e il mantenimento dell’apparato di corte.  (approfondimento, dal libro di testo)
Periodo oro argento
1521-1530 97% 3%
1541-1550 15% 85%
1561-1570 3% 97%
1581-1590 1,75% 98,25%
Ogni anno dall’america giungevano nelle casse di Carlo V tra i duecentomila e trecentomila ducati, poco più di quanto si ricavava dalla Cruzada, l’imposta su chierici e laici concessa a suo tempo dai pontefici ai re cattolici per sostenerli nella lotta contro i mori. Fu solo con la scoperta delle miniere di argento del Potosi che le cose cominciarono a cambiare : CarloV poté farsi prestare dai banchieri grosse somme di denaro, impegnando i futuri ricavi delle miniere americane e garantendo i creditori con i titoli di stato (juros), sulla base si contratti ben precisi che fissavano le modalità dei prestiti e dei rimborsi. Tuttavia con Filippo II figlio di Carlo, la situazione di indebitamento portò alla bancarotta. La crisi fu superata grazie alla scoperta di una nuova tecnica di raffinazione del minerale d’argento americano, che provocò una grande ripresa dell’economia della Corona.
Una grande svolta avvenne in Europa quando la Spagna riuscì ad annettere il Portogallo al suo impero grazie alla morte del sovrano portoghese, così appropriandosi delle sue terre e traffici commerciali. Quando però tra il 1576 e il1579 una spaventosa epidemia colpì i territori americani in mano spagnola( soprattutto in Messico), decaddero tutte le attività economiche,inclusa l’estrazione dei metalli preziosi. Inizia il declino economico di  Spagna e Portogallo.
Le dimensioni dei traffici tra le due coste dell’Atlantico rimasero ancora imponenti ma le merci richieste dai coloni stanziatisi in America,sebbene viaggiassero su navi spagnole, erano per lo più prodotte in altri Paesi europei. Né la Castiglia né le restanti regioni spagnole,infatti,seppero cogliere le occasioni di sviluppo economico offerte dai nuovi mercati americani; al contrario,a causa delle sempre maggiore pressione fiscale e di una politica favorevole agli interessi agrari della grande proprietà, le attività artigianali un tempo presenti nelle città spagnole decaddero. Nel corso del XVII secolo,il declino economico spagnolo e le crescenti difficoltà incontrate nell’attraversare un oceano piene di insidie causate dai corsari inglesi e olandesi allontanarono sempre più le due coste dell’Atlantico. Quando l’impero portoghese venne coinvolto nelle guerre europee, esso venne ricostruito e ad esso venne restituita la sua autonomia, ma quell’impero coloniale era ormai in preda ad una crisi irreversibile. L’unione tra i due imperi quindi non portò alcun giovamento anzi favorì l’ascesa di nuove grandi potenze.                         (dal libro di testo)

SVOLTA ECONOMICA NELL’IMPERO AMERICANO DELLA CORONA SPAGNOLA

Dal 1630, dopo la decimazione della popolazione americana a causa della violenza dei conquistadores e delle malattie portate da questi, si era tuttavia manifestata una forte ripresa.
Tra il 1646 e il 1749 per esempi le popolazioni del vicereame della Nuova Spagna era passata da 1.700.000 abitanti a 2.500.000 e questo mentre la popolazione della madrepatria era in netta diminuzione. Dunque la congiuntura demografica dell’America risulta in controtendenza rispetto a quella europea. Questo era dovuto ad una forte ripresa economica, cui avevano contribuito tutte le componenti etniche della popolazione americana:indios creoli,spagnoli,neri e meticci, che aveva avuto luogo dopo la fase drammatica della conquista. Nell’America iberica si diffusero colture destinate al consumo interno(come la vite) di recente introduzione in Europa; nel contempo aumentò anche la produzione delle piantagioni( canna da zucchero soprattutto) destinata ai mercati europei.
Nel corso del Seicento, la vitalità americana manifestò i propri effetti anche nelle relazioni commerciali. E’ vero che il traffico ufficiale tra la Spagna e le sue colonie tendeva a diminuire- e diminuirono soprattutto le quantità di metalli preziosi inviati nella Penisola iberica-, ma una quota sempre maggiore del traffico sfuggiva ormai agli Spagnoli e veniva gestita da francesi,inglesi e olandesi: la domanda di prodotti europei da parte dell’America spagnola era in costante crescita, ma la Spagna non era in grado di soddisfarla e neppure di controllare efficacemente le rotte oceaniche. Attraverso il contrabbando quindi,i metalli preziosi americani continuarono ad affluire in Europa per acquistarne i prodotti. Inoltre, fatto ancor più importante, una quantità maggiore di metalli preziosi rimase nelle Americhe e andò ad alimentare i circuiti commerciali locali, in via d’ampliamento. Anche se non si può parlare ancora della formazione di un unico mercato interno americano,gli scambi fra le diverse aree del continente si intensificarono: questo processo non interessava solo l’America latina,ma anche quella settentrionale. In definitiva,dunque,nel corso del Seicento so può osservare non solo una crescita economica e demografica dell’America, ma anche quella che è stata definita un “americanizzazione dell’America Spagnola,ovvero la formazione di una società e di un’economia più organizzata, più vivace e ,soprattutto, più autonoma. (dal libro di testo).

PORTOGALLO E BRASILE
Anche i portoghesi effettuarono diversi viaggi di esplorazione entro i limiti indicati dal trattato di Tordesillas. Nel 1500 il comandante Pedro Álvares Cabral con la sua flotta di tredici navi giunse alle coste dell'attuale Brasile, ma non vi trovò grandi elementi di attrattiva; l'unico prodotto di un certo valore commerciale era il legno presente nella zona. In Brasile i portoghesi realizzarono fattorie e porti fortificati lungo le rotte delle loro navi, non penetrando mai troppo all'interno; infatti, il commercio rimase nelle mani dei popoli indigeni del Brasile. La colonizzazione portoghese si basò soprattutto sulla concessione di grandi latifondi per la coltivazione della canna da zucchero. Il ristretto numero di portoghesi nelle colonie e la numerosa importazione di schiavi neri dall'Africa dette vita ad una società estremamente variegata, al cui interno erano presenti numerose culture diverse.  
Con la scoperta dell'America gli spagnoli introdussero la coltivazione della canna da zucchero a Cuba e nel Messico, i portoghesi in Brasile, inglesi e francesi nelle Antille, in quei territori cioè dell'America centrale e meridionale che ancora oggi ne sono tra i maggiori produttori. Poiché lo zucchero delle Americhe era migliore e meno costoso, le coltivazioni spagnole e italiane scomparirono, insieme ai traffici con i territori arabi. Nacque un fiorente traffico di importazione che rese il prodotto, per quanto di lusso, più comune. Questo diede una spinta notevole all'arte culinaria, permettendo la nascita della pasticceria europea come arte autonoma anche grazie al connubio di zucchero con cacao, con latte e con caffè. Nel 1575 l'agronomo francese Olivier de Serres osservò che un ortaggio comunissimo ed ampiamente coltivato, prevalentemente ad uso foraggio, la barbabietola (Beta vulgaris), se cotto produce uno sciroppo simile a quello della canna da zucchero, molto dolce. L'osservazione rimase tuttavia lettera morta e lo zucchero di canna rimase l'unico disponibile ancora per molto tempo. Nel giro di un secolo, tra il 1640 e il 1750, il consumo della sostanza triplicò, incentivando il fenomeno della tratta degli schiavi dall'Africa che venivano catturati e deportati per lavorare nelle piantagioni. (wikipedia)

L’AMERICA SETTENTRIONALE

 INGHILTERRA E NORD AMERICA.
Il primo impero britannico prese forma nel primo XVII secolo, con la fondazione delle 13 colonie in Nord America, che sarebbero in seguito diventate gli Stati Uniti, delle province atlantiche del Canada e con la colonizzazione di isole più piccole nei Caraibi come Giamaica e Barbados. Le colonie produttrici di zucchero dei Caraibi, dove la base dell'economia divenne schiavistica, furono agli inizi le colonie più importanti e lucrative. Le colonie americane avevano meno successo commerciale, producendo tabacco, cotone e riso nel sud e materiale navale e pellicce nel nord. Avevano in compenso ampie aree di terra coltivabile e attrassero un maggior numero di colonizzatori inglesi.
Con lo sviluppo delle compagnie di navigazione e gli intensi traffici commerciali verso le Americhe, anche l’Inghilterra tentò di trarre i massimi benefici dal nuovo mondo. Nonostante non ebbe compagnie di navigazione come l’Olanda o la Francia, volte al commercio in occidente, l’Inghilterra non esitò a ricavare ricchezze anche

LA FRANCIA E LE SUE COLONIE.

L'epopea dell'impero coloniale francese iniziò il 27 luglio 1605 con la fondazione di Port Royal nella colonia di Acadia nel Nord America, dove ora si trova la provincia canadese della Nova Scotia. Qualche anno dopo, nel 1608, Samuel de Champlain fondò Quebec, che divenne la capitale dell'enorme, ma scarsamente abitata, colonia chiamata come la Nuova Francia.
Sebbene la Nuova Francia fosse scarsamente popolata, ebbe più importanza sulla tratta delle pellicce che per gli insediamenti agricoli. Queste caratteristiche portarono ad un'alleanza tra i coloni francesi e le tribù indigene. Avendo bisogno degli indiani per rifornirsi di pellicce, i francesi tessero una serie di trattati militari, commerciali e diplomatici con i nativi. L'alleanza tra francesi ed indiani fu di lunga durata. I francesi non scacciarono gli indiani dalle loro terre come fecero gli inglesi, non li ridussero in condizioni di schiavitù come fecero gli spagnoli e non cercarono di farli convertire al cattolicesimo. La Nuova Francia permise l'indipendenza dei nativi e non tentò di sopprimere le pratiche religiose autoctone.
Come l’Olanda anche l’attività di commercio francese era legata  alle compagnie di navigazione. Quella delle indie occidentali agiva sul Canada, sulla Accadia, sulle Antille francesi, sulla Caienna, sul Senegal, sulla Guinea e sulle regioni del Sud America sotto il dominio francese. Esattamente come le omonime realtà delle altre potenze europee alla Compagnia fu garantito il privilegio reale esclusivo (monopolio) per il commercio con queste regioni per quaranta anni. L'investimento iniziale fu considerevole, infatti dopo soli sei mesi di operatività la Compagnia disponeva già di 45 vascelli ed era riuscita a stabilire rotte commerciali con tutti i territori su cui aveva il monopolio. Nonostante questo la Compagnia fu una realtà effimera, infatti dallo scoppio della guerra d'Olanda nel 1672 emerse la sua condizione di grave inferiorità nei confronti della Compagnia olandese delle Indie Occidentali e le sue navi, non riuscendo a reggere il confronto con quelle olandesi, persero il privilegio di esclusività nel 1674.

L’OLANDA E LA COMPAGNIA DELLE INDIE OCCIDENTALI.

Anche l’Olanda riuscì a trarre grandi profitti dalle Americhe. Essa non ebbe grandi colonie ma riuscì a sviluppare una grande economia attraverso la concessione alle  prime compagnie di navigazione del monopolio sui traffici dell’oriente e occidente .  La zona in cui la compagnia poteva operare comprendeva l'Africa occidentale (cioè l'area tra il Tropico del Cancro e il Capo di Buona Speranza) e le Americhe, che includevano anche l'Oceano Pacifico e la parte più orientale della Nuova Guinea. Gli scopi di questa concessione erano quelli di eliminare la competizione, in special modo spagnola e portoghese, verso i vari avamposti commerciali. La compagnia divenne lo strumento della colonizzazione olandese delle Americhe. La Compagnia delle Indie Occidentali fu organizzata in modo simile alla più grande e ricca Compagnia delle Indie Orientali, che aveva il monopolio dei commerci verso l'Asia. La principale differenza sta nel fatto che alla WIC (in olandese Geoctoyeerde Westindische Compagnie o West-Indische Compagnie),  non era permesso condurre operazioni militari senza il consenso del Governatore olandese.



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