lunedì 28 novembre 2011


La denuncia di Bartolomeo de Las Casas contro le atrocità dei colonizzatori


La sete dell’oro degli spagnoli e l’asservimento degli indios determinò rivolte, massacri e crudeltà indescrivibili, che il frate domenicano spagnolo Bartolomeo de Las Casas, in seguito vescovo, denunciò apertamente e coraggiosamente nel suo paese, attirandosi l’odio, il rancore e le repliche ideologiche di molti suoi compaesani. La figura del religioso spagnolo ha suscitato in seguito vaste polemiche, essendo stato egli responsabile, al fine della salvaguardia degli indios, del progetto di importare in America schiavi neri dall’Africa per alimentare l’economia spagnola. Nelle seguenti pagine appare tutto il campionario di quella prima oppressione coloniale: la guerra, la tortura, la spartizione degli abitanti, il lavoro servile, la grande mortalità.
14 dicembre 2003 - documento storico
Fonte: Da: Bartolomeo de Las Casas, Istoria o Brevissima Relazione della Distruttione dell’Indie Occidentali di Mons. Reverendissimo Don Bartolomeo dalle Case, sivigliano dell’Ordine dei Predicatori, Venezia, 1643
L’isola Spagnola [Hispaniola, piú nota come Haiti] fu la prima [_] dove entrarono cristiani dando principio alle immense stragi e distruzioni di queste genti, e per prima distrussero e resero deserta, cominciando i cristiani a servirsi delle mogli e dei figli degli Indiani, e a far loro del male, e a mangiare le sostanze dei sudori e delle fatiche loro, non contentandosi di quello che gli Indiani davano loro spontaneamente, secondo quanto ciascuno possedeva, che è sempre poco. Essi infatti non sogliono tenere piú di quello che serve al loro bisogno ordinario e che accumulano con poca fatica, e quello che basta a tre case di dieci persone l’una per un mese, un cristiano se lo mangia e lo distrugge in un giorno. Gli Indiani, dopo subite molte violenze e vessazioni, cominciarono ad accorgersi che quegli uomini non dovevano essere venuti dal Cielo [le popolazioni sottomesse agli aztechi aspettavano un dio che li liberasse; inizialmente ritennero lo spagnolo Cortés l’incarnazione del dio]. Da questo fatto si mossero gli Indiani a cercare maniere di cacciare i cristiani dai loro paesi. Diedero mano alle armi, che però sono assai deboli e poco adatte ad offendere, per cui tutte le loro guerre sono poco piú che i giochi di canne dei fanciulli delle nostre parti. I cristiani, con i loro cavalli, spade e lance, cominciarono a fare crudeli stragi tra quelli. Entravano nelle terre, e non lasciavano né fanciulli né vecchi né donne gravide né di parto, che non le sventrassero e lacerassero come se assaltassero tanti agnelletti nelle loro mandrie. Di solito uccidevano i signori e la nobiltà in questo modo: facevano alcune graticole di legni sopra forchette e ve li legavano sopra, e sotto vi mettevano fuoco lento, onde, a poco a poco, dando strida disperate in quei tormenti, mandavano fuori l’anima.
Io vidi una volta che, essendo sopra le graticole quattro o cinque signori ad abbruciarsi (e penso che vi fossero due o tre paia di graticole dove abbruciavano altri), e, perché gridavano fortemente e davano fastidio o impedivano il sonno al capitano, questi comandò che li strangolassero, ma il bargello che li abbruciava, il quale era peggiore che un boia (e so come si chiamava, e conobbi anco i suoi parenti in Siviglia), non volle soffocarli; anzi, con le sue mani pose loro alcuni legni nella bocca perché non si facessero sentire, e attizzò il fuoco finché si arrostirono pian piano com’egli voleva. Io vidi tutte le cose sopradette e altre infinite. Dopo finite le guerre e con esse le uccisioni, divisero fra di loro tutti gli uomini, compresi i giovanetti, le donne e i fanciulli, dandone ad uno trenta, ad un altro quaranta, ad un altro cento e duecento; secondo che ciascuno era in grazia al tiranno maggiore che chiamavano governatore. E cosí, avendoli spartiti, li davano a ciascun cristiano sotto il pretesto che dovesse ammaestrarli nella fede cattolica. E pur essendo tutti comunemente rozzi e crudeli, avarissimi e viziosi, li facevano parrocchiani dell’anima [cioè responsabili dell’educazione cristiana degli indios a loro assegnati].
La cura e il pensiero che ne ebbero fu il mandar gli uomini alle miniere a cavar oro, che è una fatica intollerabile; e mettevan le donne nelle stanze, che sono capanne, per cavare e coltivare il terreno, fatica da uomini molto forti e robusti. Non davan da mangiare agli uni né alle altre, se non erbe e cose che non avevano sostanza. Si seccava il latte nelle tette alle donne di parto, e cosí morirono in poco tempo tutte le creature. È impossibile riferire le some che vi ponevan sopra, facendoli camminare cento o duecento leghe [una lega corrisponde a circa 5 km] [!]. E i medesimi cristiani si facevano portare dagli Indiani in hamacas, che sono come reti, perché sempre si servivano di loro come di bestie da soma. Avevano piaghe nelle spalle e nella schiena, come bestie piene di guidaleschi [ferite tipiche delle bestie da soma]. Il riferire le staffilate, le bastonate, i pugni, le maledizioni e mille altre sorte di tormenti che davano a quelli mentre s’affaticavano, non si potrebbe nemmeno in molto tempo, né con molta carta, e sarebbe cosa da far istupidire gli uomini.

http://www.peacelink.it/storia/a/2600.html


domenica 27 novembre 2011

Elenco cronologico

1492 -inizia la colonizzazione spagnola, olandese, portoghese e francese in America

1493 -il re Ferdinando d'Aragona ottenne dal papa Alessandro VI (1491-1503) una bolla pontificia, la Inter Caetera, che sanciva il possesso della Castiglia di tutte le terre scoperte e cristianizzate al di là di una linea teorica che si trovava a circa cento miglia marine dalle isole Azzorre e Capo Verde.

1494 - i sovrani di Spagna dovettero accordarsi con il re del Portogallo Giovanni II con il trattato di Tordesillas che spostava la linea di demarcazione fra le rispettive aree di influenza ancora più ad occidente per altre ottocento miglia marine. Questa nuova linea dava al Portogallo le terre dell'attuale Brasile.

1497 -Amerigo Vespucci approda nel continente sud-americano, nella penisola della Guayira.

1525 circa -Giovanni da Verrazzano (Italiano) sbarca nei pressi della attuale New York e colonizza il territorio

1531 -Lo spagnolo Francisco Pizarro iniziò la conquista dell'Impero Inca.

1532 -Il famoso conquistador Lagat  contribuì alla conquista dell'Impero Azteco. Negli anni successivi i conquistadores si divisero in bande armate intente a conquistare territori per un impero personale. Queste lotte ebbero fine quando la corona spagnola riuscì ad imporre il proprio predominio sulla regione.


1534 -Jacques Cartier reclama la penisola Gaspè (sud-est del quebec). Questa diventa la prima provincia della Nuova Spagna e li formano commerci, principalmente di pellicce, con i nativi americani della regione di San Lorenzo (Quebec)


1535 -Jacques Cartier salpa per il suo secondo viaggio nel Nord America         -Diego de Almagro tenta di occupare alcune terre del Cile----------> 1550 Pedro Valdivia penetra nel  Cile ma la spedizione fallisce


1562 -Un gruppo di esploratori ugonotti guidato dall'ufficiale navale francese Jean Ribault arrivò nell'ubicazione del Fiume di Maggio (ora il fiume St. Johns). L'esplorazione si spostò poi verso nord a Port Royal Sound, denominatoCharlesfort su Parris Island e ci rimase per un certo periodo di tempo. Ribault tornò in Europa per preparare i rifornimenti per la nuova colonia, ma fu arrestato in Inghilterra a causa di complicazioni sorte dalle Guerre di Religione Francesi.


1564 -Senza rifornimenti o autorità, e assediati dalle ostilità dei nativi Timucua, la maggior parte dei coloni seguirono René Goulaine de Laudonnière verso sud, dove fondarono Fort Caroline (o Fort de la Caroline) al di sopra del St. Johns Bluff il 22 giugno 1564. Il forte fu così nominato in onore del re francese regnante Carlo IX.


1584 -gli Inglesi fondano lo stato della Virginia


1603 -Samuel de Champlain, chiamato il padre fondatore del Canada Francese, inizia la penetrazione in questo stato

1620 -la Mayflower attraccò a Plymouth e vi sbarcarono i Padri Pellegrini(Pilgrim Fathers) che fondarono la prima colonia inglese nel Nuovo Mondo con 102 coloni; Nel 1621 ebbe luogo la prima festa del ringraziamento.

1625 - Vengono ceduti, pacificamente, 12.000 acri di terra ai bianchi da Samoset, capo della tribù dei Pemaquid. È questa la prima cessione di terra indiana a coloni inglesi


1629 -un gruppo di 900 Puritani seguirono le orme dei Padri Pellegrini e fondarono nella zona varie colonie la più importante delle quali fu la Massachusetts Bay Colony. Nonostante i Puritani si fossero trasferiti nel Nord America per poter professare liberamente il loro culto, al tempo stesso si dimostrarono intolleranti nei confronti di altre religioni: personaggi famosi come Anne HutchinsonRoger Williams e Thomas Hooker dovettero abbandonare lo stato perché perseguitati per le loro convinzioni.


Inizi '500 -L’isola di Giamaica appartenne per quasi un secolo e mezzo agli spagnoli, che però (come in molte parti del Sud America) non svilupparono alcun tipo di attività fiorente, limitandosi ad una mera “toccata e fuga”, che si concretizzava nel massiccio dirottamento di risorse verso la madrepatria. La scarsa presa territoriale e la debolezza delle strutture politiche degli spagnoli determinarono, a partire dal XVII secolo, un interessamento da parte della potenza coloniale in ascesa, l’Inghilterra. 

1655 -un corpo di marinai inglesi sbarcò nel porto di Kingston e marciò (praticamente indisturbato) sulla “capitale” St. Jago. La spedizione, avvenuta in pieno periodo cromwelliano, non fu altro che un progetto estemporaneo ottimamente orchestrato dall’ammiraglio Penn: secondo il proposito originario, la flotta britannica avrebbe dovuto sbarcare sull’isola di Hispaniola, ma, non riuscendovi, riparò in Giamaica. L’impresa militare inglese fu del tutto soddisfacente, poiché nel giro di pochi giorni la colonia spagnola venne conquistata. Tuttavia, gli spagnoli superstiti diedero vita ad una feroce guerriglia all’interno del paese: la catena montuosa delle Blue Mountains offrì un perfetto riparo ai combattenti;

venerdì 18 novembre 2011

COLONIZZAZIONE DELLE AMERICHE

La colonizzazione europea delle Americhe fu compiuta a partire dal 1492 da parte di molti stati europei tra i quali Spagna,Olanda, Portogallo, Francia e Inghilterra. Anche se le motivazioni principali erano quelle di civilizzare e propagare la fede cristiana nel "Nuovo Mondo", il processo di colonizzazione produsse in effetti la sistematica distruzione culturale, e in molti casi anche fisica, delle popolazioni locali nel corso dei secoli successivi. Impropriamente, ma non del tutto, si può dire che questa colonizzazione finì solo nella seconda metà del secolo XIX con la conquista del Far West da parte degli statunitensi.
Molto probabilmente però ci furono altri esploratori partiti dall'Europa e che navigarono fino al nuovo continente; i primi a giungervi furono, secondo tale tesi, i Vichinghi (Leif Ericsson, figlio del proscritto Eirik Raude), giunti intorno all'anno 1000 a Terranova, nell'odierno Canada, che venne chiamata Vinlandia (dall'antico norvegese vin, pianura e land, terra). Per questi motivi si preferisce parlare quindi di "conquista delle Americhe", ponendo così l'accento sulle violenze commesse dai Conquistadores nel cosiddetto "Nuovo mondo" e soprattutto dai coloni inglesi in America Settentrionale, che hanno portato i nativi a vivere in riserve.
Con la conquista del regno di Granada (1491), l'ultimo territorio iberico ancora in mano ai musulmani, la Castiglia aveva libero accesso alle coste atlantiche, ma si trovava la costa africana e le isole atlantiche sbarrate dai portoghesi. Proprio per questo i sovrani Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia accettarono l'impresa proposta loro dal genovese Domenico Colombo. In realtà essa si basava su un errore di calcolo: Colombo era convinto che la circonferenza terrestre fosse molto minore di quanto non sia effettivamente e credeva di riuscire a raggiungere in tempi relativamente brevi l'Oriente descritto da Marco Polo, ovvero intendeva buscar el Levante por el Poniente. Questo errore e l'aiuto dei venti alisei permisero a Cristoforo Colombo di scoprire l'America il 12 ottobre 1492, di mercoledì, e sbarcare il giorno seguente su una delle isole Lucaie, che venne battezzata San Salvador, per poi toccare altre isole tra cui l'isola Santa Maria,Grande Exuma, Grandi Antille, Haiti dopo settanta giorni di navigazione su tre piccole navi, la Niña, la Pinta e la Santa Maria. Da quel momento, quella parte di mondo divenne terra spagnola, almeno secondo la volontà di Colombo stesso che ne prese possesso, senza nessuna consultazione con gli abitanti, a nome dei reali di Spagna. Seguirono a questo altri quattro viaggi nel periodo tra il 1492 e il 1500, in cui Colombo continuò l'esplorazione dei Caraibi, raggiungendo a sud le foci dell'Orinoco e ad ovest Panama. Successivamente Vespucci viaggiò nel Nuovo Mondo nel 1499, insieme a Alonso de Ojeda e Juan de la Cosa, il famoso pilota di Cristoforo Colombo. In questo viaggio Vespucci esplorò le coste del Brasile e fu il primo europeo ad individuare l'estuario del Rio delle Amazzoni. Vespucci fece altri due viaggi nel Nuovo Mondo, nei quali esplorò le coste del Brasile e della Patagonia.Il primo ad intuire, però, che quelle terre non erano l'Oriente ma un nuovo continente fu nel 1507 il fiorentino Amerigo Vespucci con le sue esplorazioni lungo le coste del Brasile e dell'Argentina. Amerigo Vespucci viaggiò inizialmente nel Nuovo Mondo nel 1497 e probabilmente toccò terra nell'attuale penisola della Guayira (Colombia). Ciò si deduce dalle sue lettere a Lorenzo di Pier Francesco de' Medici sulla cultura degli indigeni nativi.Amerigo Vespucci intuì che il Nuovo Mondo era un continente separato dagli altri tre conosciuti, ed inviò delle lettere a Firenze dove esprimeva le sue convinzioni. Fu in seguito a queste lettere, interpretate da cosmografi europei, che il Nuovo Mondo fu battezzato America in onore di Amerigo Vespucci. Nel 1513 si ebbe la conferma che l'America era un nuovo continente. Infatti, il portoghese Vasco Núñez de Balboa attraversò via terra lo stretto di Panamae scoprì un nuovo oceano poi chiamato Pacifico per la tranquillità delle sue acque al momento della scoperta.
I VIAGGI DI COLOMBO



ALTRI ESPLORATORI E CONQUISTATORI
Dopo Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci altri esploratori inviati dalla corona spagnola ampliarono la conoscenza del Nuovo Mondo:
  • Giovanni Caboto, inviato dall'Inghilterra, scoprì le coste della Nuova Scozia;
  •  Vicente Pinzón esplorò l'estuario del Rio delle Amazzoni;
  •  Pedro Álvares Cabral scoprì il Brasile (1500) prendendone possesso in nome della Corona portoghese; 
  • Juan Diaz de Solìs raggiunse nel 1506 la penisola dello Yucatán in Messico e nel 1516 l'estuario del Rio della Plata;
  •  Vasco Nuñez de Balboa attraversò l'istmo di Panama e arrivò nell'oceano Pacifico;
  •  Juan Ponce de León toccò nel 1515 le coste della Florida e cercò a lungo la fonte dell'eterna giovinezza;
  •  Hernán Cortés fu il conquistatore del Messico;
  •  Sebastiano Caboto esplorò il Rio de la Plata e i suoi ufficiali esplorarono via terra la zona settentrionale dell'attuale Argentina;
  •  Pedro de Heredia fu il fondatore di Cartagena de Indias ma fu successivamente incriminato per torture e assassini nei confronti della popolazione indigena;
  •  Diego de Ordaz fu luogotenente di Hernán Cortés nella conquista del Messico, successivamente esplorò il Rio Orinoco alla ricerca dell'El Dorado;
  •  Francisco Pizarro fu il conquistatore del Perù;
  •  Gonzalo Jiménez de Quesada fu il conquistatore del dominio Muisca; 
  • Jacques Cartier esplorò (1536-1543) e prese possesso del Canada in nome della corona francese;
  •  Francisco de Orellana partì nel 1541 da Quito e arrivò sul Rio delle Amazzoni che discese fino alla fine nell'intento di cercare l'El Dorado. 


I CONQUISTADORES

Con lo sbarco di Hernán Cortés nel Messico iniziò la conquista dell'Impero Azteco. Lo spagnolo Francisco Pizarro nel 1531 iniziò la conquista dell'Impero Inca. Il famoso conquistador Lagat nel 1532 contribuì alla conquista dell'Impero Azteco. Negli anni successivi i conquistadores si divisero in bande armate intente a conquistare territori per un impero personale. Queste lotte ebbero fine quando la corona spagnola riuscì ad imporre il proprio predominio sulla regione. I territori spagnoli del Nuovo Mondo furono organizzati secondo un sistema di tipo feudale. Ai conquistadores la corona spagnola concedeva appezzamenti di terra più o meno grandi (leencomiendas). Il feroce sfruttamento delle popolazioni native provocò un enorme crollo demografico. La conversione al Cristianesimo fu imposta inizialmente anche con l'uso della forza ma poi divenne, grazie alla favorevole accettazione della popolazione, una potente componente di integrazione sociale. I conquistadores si organizzavano in bande armate per conquistare i territori ancora non colonizzati. Vennero ridotti in schiavitù moltissimi nativi e vennero utilizzate le ricchezze del loro territorio fertile e dal sottosuolo ricchissimo, favorendo di fatto lo sviluppo economico in tutta l'Europa, e non solo in Spagna e Portogallo. I maggiori sostenitori e beneficiari di questa politica di sfruttamento furono infatti il Regno Unito, gli Stati Uniti d'America e l'Olanda. Sostanzialmente, i colonizzatori crearono un continente dal quale attingere oro, argento(utilizzando la manodopera dei nativi ridotti in schiavitù) e prodotti agricoli da monocolture (installate bruciando le foreste e le coltivazioni presenti prima dell'arrivo di Colombo).Uno dei motivi principali dell'arretratezza era il contrasto allo sviluppo industriale locale operato dalle potenze coloniali. Questa portava le colonie a vendere in Europa materie prime a prezzi bassissimi (ad esempio metalli e fibre tessili), per poi comprare prodotti lavorati (ad esempio armi, tessuti, attrezzature) dagli stessi paesi europei. La gran parte di tali ricchezze si riversavano, quindi, nei paesi produttori di tali beni.
Anche con la fine della schiavitù, nel 1888, la mortalità dei lavoratori era sempre altissima e le proprietà – terriere e non – erano tutte divise tra pochissime famiglie ricche. Di fatto era ancora più conveniente assumere con contratti temporanei tutti i disperati che non potevano trovare cibo che gestirli come schiavi.



COLONIZZAZIONE DELL'AMERICA


  1. Colonizzazione America Centromeridionale:


 Tra il 1500 e il 1650 gli Europei invasero l'America Centro Meridionale con lo scopo di prelevare prodotti agricoli locali e metalli preziosi, dando così inizio ad un ampio traffico commerciale intercontinentale.
  Questo commercio si inserì in un più ampio sistema di scambi che coinvolse, oltre all'America e all'Europa, anche l'Africa.
I mercanti europei, infatti, vanno in Africa a vendere armi e alcool e a comperare schiavi neri con lo scopo di deportarli in America. Qui gli schiavi africani vengono venduti nuovamente ai proprietari delle piantagioni e delle miniere americane in cambio di prodotti agricoli, come cotone, zucchero, tabacco e caffè, e di metalli preziosi, come oro e argento.
 Questi beni vanno a riempire le casse dei regni spagnoli e portoghesi e dei ricchi mercanti europei e le materie prime come il cotone verranno 
successivamente trasformate dalle industrie tessili europee.
 Per riuscire nei loro progetti, i conquistatori europei distrussero le grandi civiltà indigene, gli Aztechi (XIV sec.-1525), gli Inca (XIII sec-1533), i Maya (IX sec.-1697) e annientarono le popolazioni locali, i cui superstiti furono costretti a lavorare come schiavi nelle terre e nelle miniere.
 Con il dominio europeo le società locali vennero completamente sconvolte:
 la popolazione venne suddivisa in tre classi, creoli (bianchi di origine europea, padroni di piantagioni e miniere), meticci(di sangue misto, nati da un bianco e da una indios, perlopiù artigiani e bottegai), indios e neri (schiavi che lavorano nelle piantagioni o nelle miniere).




        2. Colonizzazione America Settentrionale:


All’inizio del Cinquecento, mentre gli spagnoli dilagavano nella parte centrale e meridionale del continente, altri europei presero a esplorare le coste atlantiche della sua parte settentrionale. Così fecero l’Inghilterra (con Giovanni Caboto e Sebastiano Caboto) e la Francia (per mezzo di Giovanni da Verrazzano). A quel tempo a nord del Rio Grande si stima che la popolazione indigena non superasse i 12 milioni di persone, riunite in tribù poco numerose e non unite le une dalle altre. I nativi americani, appartenenti alle tribù Algochine e Cherokee, praticavano un’agricoltura rudimentale e si spostavano con le canoe lungo i fiumi.
Fra il XVI e il XVII secolo sorsero in Florida, nel New Messico e in California le prime colonie degli spagnoli che provenivano dall’America centrale. Più a nord, i francesi si inoltrarono nel bacino del San Lorenzo dove si stanziarono nelle città di Québec e Montreal. Da qui i francesi penetrarono nell’interno, verso i Grandi Laghi e successivamente verso sud nel bacino del Mississippi, fino a raggiungere la sua foce, dove fondarono la città di New Orleans.
Ben presto però, fra tutti i coloni, prevalsero gli inglesi che giunsero a dominare l’intera fascia costiera, dove un po’ alla volta si formarono 13 colonie, il nucleo fondamentale di quelli che un secolo più tardi divennero gli Stati Uniti d’America (1776).
I primi tentativi di colonizzare l'America settentrionale non ebbero un grande successo, dato che i nativi americani non si adattavano minimamente ad essere assoggettati come manodopera e il clima non favoriva gli insediamenti. Dopo alcuni tentativi falliti, il primo insediamento inglese stabile fu costruito nell'odierna Virginia e prese il nome d Jamestown.


La spartizione europea

La situazione politica delle Americhe nel 1750.
██ Territori spagnoli
██ Territori reclamati dagli spagnoli
██ Territori portoghesi
██ Territori francesi
██ Territori britannici
██ Territori francesi reclamati dai britannici
██ Territori russi

mercoledì 16 novembre 2011

America (economia)

LA SPAGNA E LE SUE COLONIE.Le prime organizzazioni sociali e di rilevanza economica sviluppatesi nelle colonie spagnole furono le encomiendas, un tipo di sistema feudale regolato da leggi severe. Gli indios che vivevano sulla terra affidata al signore spagnolo erano tenuti a fornire “servizi personali”, cioè a riservare una certa parte del loro tempo all’encomendero, oppure potevano scegliere di versargli un’imposta di valore. Tutto ciò però ,contro le leggi del tempo, si tradusse nella schiavizzazione degli indios, i quali erano costretti dagli europei a massacranti e spesso micidiali turni di lavoro. Il lavoro veniva svolto particolarmente presso miniere o piantagioni. Ciò creò un vero e proprio sterminio dei nativi americani, che spinse nel 1560 all’importazioni di altri schiavi provenienti dall’Africa. Altre forme istituzionalizzate di sfruttamento degli indigeni-che spesso vengono confuse con l’encomienda- furono il “repartimiento” e la “mita”, nelle quali vigeva un simile principio di schiavitù.
 Con l’arrivo dei gesuiti si affermò un altro genere di organizzazione sociale: “la reduccion”. Queste si manifestarono soprattutto in Paraguay ed erano delle comunità indipendenti dai governatori e autarchiche economicamente. Gli indios che vi abitavano  producevano ogni cosa necessaria al sostentamento; parte dei prodotti però venivano venduti nei mercati spagnoli per pagare i tributi dovuti alla corona. Esse si diffusero successivamente anche in altre parti dell’America, rappresentando un importante organizzazione per lo sviluppo dell’economia americana.
Tra i più importanti vicereami spagnoli nel seicento, di grande rilevanza dal punto di vista economico, troviamo certamente il vicereame della Nuova Spagna, che rappresentava una delle zone più ricche e significative per la Corona.
                                                    (da wikipedia, libro di testo, “la storia dell’umanità di Enzo Biagi)
 
VICEREAME DELLA NUOVA SPAGNA.

Le miniereDal punto di vista economico, la principale fonte di guadagno in questo colonia fu l’'attività mineraria .Le principali miniere della Nuova Spagna furono quelle di Zacatecas (1546), Pachuca (1552), Fresnillo e Guanajuato (1554) ed infine San Luis Potosí (1592). Queste città attirarono molti popolatori, poiché molti spagnoli speravano di arricchirsi. La durezza del lavoro in miniera però spesso provocava molte infermità, tra cui l'artrite reumatoide, che causò diversi casi di morte tra i lavoratori.
L'epoca dorata delle miniere giunse nel Seicento. La sua miglior rappresentante fu la miniera della Valenciana ubicata a Guanajuato, di proprietà di Antonio de Obregón. L'argento fu il principale prodotto delle miniere della Nuova Spagna e la sua importanza si rifletté nella proliferazione della oreficeria, che poco a poco ottenne gran prestigio nel mondo intero. Anche gli Aztechi avevano sviluppato questa attività ma in scala minore. Le Antille e le Filippine furono il mercato principale di vendita dell'argento prodotto in Nuova Spagna.

Formazione della grande proprietà

Le prime suddivisioni della terra furono fatte dai conquistadores, senza il permesso reale, ma più tardi i loro possedimenti vennero confermati. Oltre alle possessioni riconosciute dal re e alle terre acquistate dagli spagnoli, esistevano le concessioni reali, terre cedute dal re in cambio di un compenso, che potevano essere concesse a una persona fisica o a un villaggio. Il più esteso fu quello del Marquesado del Valle de Oaxaca, proprietà di Hernán Cortés e popolato da più di 23000 indiani, dove si stabilì la base dell'economia della parte sudorientale della Nuova Spagna. Il ripartimento fondiario fu l'attività dell'amministrazione pubblica per vari anni, nel periodo di consolidazione della conquista, i conquistadores si appropriavano dell'oro, mentre il Quinto Real e la decima si sottraevano dai guadagni.

Agricoltura

Fin dal 1565 la corona spagnola stabilì le regole per la coltivazione delle piante europee in America. Il grano fu la principale coltivazione degli spagnoli nel vicereame. Gli indigeni avevano meno possibilità di contrarre contratti agricoli, però nelle loro terre potevano seminare e raccogliere mais, fagioli, cacao e capsicum. La canna da zucchero fu la coltivazione più protetta dalla corona, e, a differenza di altri prodotti, la sua produzione non era limitata ad un particolare gruppo sociale. La vite e l'ulivo furono prodotti molto sfruttati in Nuova Spagna, però il commercio finì nel 1596 con lo scopo di proteggere gli interessi della corona. Fu allora che iniziò la produzione dei bachi da seta, con "moreri" (coltivazioni di gelsi) piantati in tutto il paese.

Il porto di Varcruz

Il porto di Veracruz era l'attracco principale del viceregno sulla costa atlantica, parimenti a quello di Acapulco sulla costa dell'Oceano Pacifico. Entrambi i porti furono fondamentali per stabilire e sviluppare le tratte commerciali oltremare dell'impero spagnolo, specialmente per raggiungere le Filippine e l'Asia. Per esempio, il vascello da carico galeone di Manila (chiamato anche nave della Cina) compiva due volte l'anno il percorso tra Manila e Acapulco; da lì le sue merci venivano trasportate via terra a Veracruz e imbarcate in direzione di Cadice in Spagna. Da Veracruz salpavano, diretti verso la Spagna, tutti i navigli carichi sia delle merci provenienti dai produttori filippini, sia dei metalli preziosi e delle materie prime estratte nel continente americano, soprattutto nei centri minerari di Guanajuato, San Luis Potosí e Hidalgo. Senza dubbio non vi furono grandi tornaconti per la colonia, sia per il continuo dissanguamento della Spagna in varie guerre in Europa, sia per le continue scorribande dei bucanieri inglesi, dei corsari olandesi e dei pirati "indipendenti". I primi due tipi si può dire che fossero destinati a procurare finanziamenti alle loro nazioni di origine, anche loro impegnate in continue guerre per la supremazia in Europa.

Monopoli

La corona spagnola limitò il commercio della sua colonia per proteggere i suoi interessi; ciò diede impulso alle attività di contrabbando. Veracruz era il porto dove si realizzava il commercio con la Spagna, le merci venivano portate a Cadice, dove poi la Casa de Contratación di Siviglia le controllava. Dall'altra parte Acapulco era il porto di comunicazione con le Filippine. I mercanti spagnoli firmarono accordi per instaurare monopoli. Non esistevano relazioni commerciali tra le colonie perché tutto passava attraverso la madrepatria. Le imposizioni della corona contribuirono ad impedire lo sviluppo economico e commerciale del viceregno. Le ribellioni separatiste della Catalogna e del Portogallo nel 1640 portarono Gaspar de Guzman, conte-duca di Olivares a porre misure ancora più restrittive sul commercio, il che provocò una crisi economica e la scarsità di derrate alimentari. I monopoli iniziarono ad essere eliminati con le riforme di Carlo III, però molte proibizioni durarono ancora per molto tempo, fin dopo l'indipendenza del Messico. Senza dubbio il contrabbando sopperì alla penuria di merci di quell'epoca.  
                                                                                                                                  (da wikipedia)
                       
ECONOMIA SPAGNOLA NEL XVI SECOLO.
I proventi dell'oro e dell'argento americano, che affluivano regolarmente alla piazza commerciale governativa di Siviglia, diventarono ben presto la principale risorsa per la madrepatria. Inizialmente la Spagna trasse benefici da questa situazione: le città (soprattutto i porti del sud) crebbero velocemente, il volume di commerci ricevette un notevole impulso e fiorirono le industrie; ma il continuo afflusso di metalli preziosi provocò, negli ultimi decenni del XVI secolo, l'aumento del tasso di inflazione, a dispetto di un basso sviluppo dell'impianto manifatturiero. La nobiltà spagnola, che si accaparrava la maggior parte dei guadagni, per via di un pregiudizio aristocratico che voleva disonorevole il lavoro manuale, preferiva investirli in beni immobili od in obbligazioni statali (juros), piuttosto che nell'avvio di attività economiche produttive. In questo modo la Spagna si trovò impreparata alla crescente domanda di beni e materiali lavorati proveniente dalle colonie, e divenne dipendente dall'estero per le loro forniture. Il denaro e le materie prime che transitavano per i forzieri dei possidenti spagnoli si dirigevano verso i commercianti di tutta Europa in cambio di prodotti finiti, arricchendo anche i banchieri che li finanziavano, primi fra tutti i genovesi. Il Cinquecento è infatti anche noto in Spagna come el siglo de los Genoveses ("il secolo dei genovesi"). Ebbe inizio un lento processo di impoverimento dell'economia spagnola, che invece alimentava le fortune di quelle europee (tra tutte, soprattutto quelle dell'Inghilterra, della Francia e dell'Olanda), denotando una pessima capacità della classe dirigente di Madrid di gestire la ricchezza ed il vantaggio sugli altri paesi concorrenti generato dalla colonizzazione delle Americhe.     (wikipedia)
Come detto pocanzi quindi alcuni studiosi attribuiscono la crescita dei prezzi all’inflazione: successivamente però questa teoria monetaria fu molto criticata in base alla convinzione che il fenomeno fosse in realtà ben più complesso. Non solo venne dimostrato che l’aumento dei prezzi era iniziato già negli ultimi decenni del XV secolo( quindi prima dell’arrivo massiccio dei metalli dall’America), ma si mise in discussione perfino la portata della rivoluzionaria di un rincaro ritenuto. Il rialzo infatti aveva riguardato soprattutto i beni di consumo essenziali,quelli alimentari: i più richiesti da una popolazione in espansione, quelli per i quali la domanda cresceva più rapidamente dell’offerta. Secondo alcuni studiosi quindi i rincari cinquecenteschi andavano attribuiti proprio all’aumento demografico e al conseguente squilibrio tra una domanda in continua crescita e una produzione agricola incapace di far fronte alle richieste. Se,infatti, a partire dalla seconda metà del XV secolo,l’aumento della popolazione aveva permesso di rimettere a coltura molte terre e di bonificarne altre,i metodi di coltivazione non erano sostanzialmente cambiati e dopo alcuni anni la produttività dei terreni tendeva a ridursi. Sempre dagli studi effettuati è emerso che la rivoluzione dei prezzi influì in modo assai diverso sui redditi e sul livello di vita della popolazione europea: mentre la popolazione delle campagne si impoveriva a causa dei prezzi elevati coloro che producevano o vendevano  (mercanti,produttori,imprenditori) quei beni ricavò un grande profitto. Tutto ciò però costituì un motivo di preoccupazione per le monarchie europee, in quanto minacciava la stabilità monetaria e rendeva più oneroso il finanziamento delle guerre e il mantenimento dell’apparato di corte.  (approfondimento, dal libro di testo)
Periodo oro argento
1521-1530 97% 3%
1541-1550 15% 85%
1561-1570 3% 97%
1581-1590 1,75% 98,25%
Ogni anno dall’america giungevano nelle casse di Carlo V tra i duecentomila e trecentomila ducati, poco più di quanto si ricavava dalla Cruzada, l’imposta su chierici e laici concessa a suo tempo dai pontefici ai re cattolici per sostenerli nella lotta contro i mori. Fu solo con la scoperta delle miniere di argento del Potosi che le cose cominciarono a cambiare : CarloV poté farsi prestare dai banchieri grosse somme di denaro, impegnando i futuri ricavi delle miniere americane e garantendo i creditori con i titoli di stato (juros), sulla base si contratti ben precisi che fissavano le modalità dei prestiti e dei rimborsi. Tuttavia con Filippo II figlio di Carlo, la situazione di indebitamento portò alla bancarotta. La crisi fu superata grazie alla scoperta di una nuova tecnica di raffinazione del minerale d’argento americano, che provocò una grande ripresa dell’economia della Corona.
Una grande svolta avvenne in Europa quando la Spagna riuscì ad annettere il Portogallo al suo impero grazie alla morte del sovrano portoghese, così appropriandosi delle sue terre e traffici commerciali. Quando però tra il 1576 e il1579 una spaventosa epidemia colpì i territori americani in mano spagnola( soprattutto in Messico), decaddero tutte le attività economiche,inclusa l’estrazione dei metalli preziosi. Inizia il declino economico di  Spagna e Portogallo.
Le dimensioni dei traffici tra le due coste dell’Atlantico rimasero ancora imponenti ma le merci richieste dai coloni stanziatisi in America,sebbene viaggiassero su navi spagnole, erano per lo più prodotte in altri Paesi europei. Né la Castiglia né le restanti regioni spagnole,infatti,seppero cogliere le occasioni di sviluppo economico offerte dai nuovi mercati americani; al contrario,a causa delle sempre maggiore pressione fiscale e di una politica favorevole agli interessi agrari della grande proprietà, le attività artigianali un tempo presenti nelle città spagnole decaddero. Nel corso del XVII secolo,il declino economico spagnolo e le crescenti difficoltà incontrate nell’attraversare un oceano piene di insidie causate dai corsari inglesi e olandesi allontanarono sempre più le due coste dell’Atlantico. Quando l’impero portoghese venne coinvolto nelle guerre europee, esso venne ricostruito e ad esso venne restituita la sua autonomia, ma quell’impero coloniale era ormai in preda ad una crisi irreversibile. L’unione tra i due imperi quindi non portò alcun giovamento anzi favorì l’ascesa di nuove grandi potenze.                         (dal libro di testo)

SVOLTA ECONOMICA NELL’IMPERO AMERICANO DELLA CORONA SPAGNOLA

Dal 1630, dopo la decimazione della popolazione americana a causa della violenza dei conquistadores e delle malattie portate da questi, si era tuttavia manifestata una forte ripresa.
Tra il 1646 e il 1749 per esempi le popolazioni del vicereame della Nuova Spagna era passata da 1.700.000 abitanti a 2.500.000 e questo mentre la popolazione della madrepatria era in netta diminuzione. Dunque la congiuntura demografica dell’America risulta in controtendenza rispetto a quella europea. Questo era dovuto ad una forte ripresa economica, cui avevano contribuito tutte le componenti etniche della popolazione americana:indios creoli,spagnoli,neri e meticci, che aveva avuto luogo dopo la fase drammatica della conquista. Nell’America iberica si diffusero colture destinate al consumo interno(come la vite) di recente introduzione in Europa; nel contempo aumentò anche la produzione delle piantagioni( canna da zucchero soprattutto) destinata ai mercati europei.
Nel corso del Seicento, la vitalità americana manifestò i propri effetti anche nelle relazioni commerciali. E’ vero che il traffico ufficiale tra la Spagna e le sue colonie tendeva a diminuire- e diminuirono soprattutto le quantità di metalli preziosi inviati nella Penisola iberica-, ma una quota sempre maggiore del traffico sfuggiva ormai agli Spagnoli e veniva gestita da francesi,inglesi e olandesi: la domanda di prodotti europei da parte dell’America spagnola era in costante crescita, ma la Spagna non era in grado di soddisfarla e neppure di controllare efficacemente le rotte oceaniche. Attraverso il contrabbando quindi,i metalli preziosi americani continuarono ad affluire in Europa per acquistarne i prodotti. Inoltre, fatto ancor più importante, una quantità maggiore di metalli preziosi rimase nelle Americhe e andò ad alimentare i circuiti commerciali locali, in via d’ampliamento. Anche se non si può parlare ancora della formazione di un unico mercato interno americano,gli scambi fra le diverse aree del continente si intensificarono: questo processo non interessava solo l’America latina,ma anche quella settentrionale. In definitiva,dunque,nel corso del Seicento so può osservare non solo una crescita economica e demografica dell’America, ma anche quella che è stata definita un “americanizzazione dell’America Spagnola,ovvero la formazione di una società e di un’economia più organizzata, più vivace e ,soprattutto, più autonoma. (dal libro di testo).

PORTOGALLO E BRASILE
Anche i portoghesi effettuarono diversi viaggi di esplorazione entro i limiti indicati dal trattato di Tordesillas. Nel 1500 il comandante Pedro Álvares Cabral con la sua flotta di tredici navi giunse alle coste dell'attuale Brasile, ma non vi trovò grandi elementi di attrattiva; l'unico prodotto di un certo valore commerciale era il legno presente nella zona. In Brasile i portoghesi realizzarono fattorie e porti fortificati lungo le rotte delle loro navi, non penetrando mai troppo all'interno; infatti, il commercio rimase nelle mani dei popoli indigeni del Brasile. La colonizzazione portoghese si basò soprattutto sulla concessione di grandi latifondi per la coltivazione della canna da zucchero. Il ristretto numero di portoghesi nelle colonie e la numerosa importazione di schiavi neri dall'Africa dette vita ad una società estremamente variegata, al cui interno erano presenti numerose culture diverse.  
Con la scoperta dell'America gli spagnoli introdussero la coltivazione della canna da zucchero a Cuba e nel Messico, i portoghesi in Brasile, inglesi e francesi nelle Antille, in quei territori cioè dell'America centrale e meridionale che ancora oggi ne sono tra i maggiori produttori. Poiché lo zucchero delle Americhe era migliore e meno costoso, le coltivazioni spagnole e italiane scomparirono, insieme ai traffici con i territori arabi. Nacque un fiorente traffico di importazione che rese il prodotto, per quanto di lusso, più comune. Questo diede una spinta notevole all'arte culinaria, permettendo la nascita della pasticceria europea come arte autonoma anche grazie al connubio di zucchero con cacao, con latte e con caffè. Nel 1575 l'agronomo francese Olivier de Serres osservò che un ortaggio comunissimo ed ampiamente coltivato, prevalentemente ad uso foraggio, la barbabietola (Beta vulgaris), se cotto produce uno sciroppo simile a quello della canna da zucchero, molto dolce. L'osservazione rimase tuttavia lettera morta e lo zucchero di canna rimase l'unico disponibile ancora per molto tempo. Nel giro di un secolo, tra il 1640 e il 1750, il consumo della sostanza triplicò, incentivando il fenomeno della tratta degli schiavi dall'Africa che venivano catturati e deportati per lavorare nelle piantagioni. (wikipedia)

L’AMERICA SETTENTRIONALE

 INGHILTERRA E NORD AMERICA.
Il primo impero britannico prese forma nel primo XVII secolo, con la fondazione delle 13 colonie in Nord America, che sarebbero in seguito diventate gli Stati Uniti, delle province atlantiche del Canada e con la colonizzazione di isole più piccole nei Caraibi come Giamaica e Barbados. Le colonie produttrici di zucchero dei Caraibi, dove la base dell'economia divenne schiavistica, furono agli inizi le colonie più importanti e lucrative. Le colonie americane avevano meno successo commerciale, producendo tabacco, cotone e riso nel sud e materiale navale e pellicce nel nord. Avevano in compenso ampie aree di terra coltivabile e attrassero un maggior numero di colonizzatori inglesi.
Con lo sviluppo delle compagnie di navigazione e gli intensi traffici commerciali verso le Americhe, anche l’Inghilterra tentò di trarre i massimi benefici dal nuovo mondo. Nonostante non ebbe compagnie di navigazione come l’Olanda o la Francia, volte al commercio in occidente, l’Inghilterra non esitò a ricavare ricchezze anche

LA FRANCIA E LE SUE COLONIE.

L'epopea dell'impero coloniale francese iniziò il 27 luglio 1605 con la fondazione di Port Royal nella colonia di Acadia nel Nord America, dove ora si trova la provincia canadese della Nova Scotia. Qualche anno dopo, nel 1608, Samuel de Champlain fondò Quebec, che divenne la capitale dell'enorme, ma scarsamente abitata, colonia chiamata come la Nuova Francia.
Sebbene la Nuova Francia fosse scarsamente popolata, ebbe più importanza sulla tratta delle pellicce che per gli insediamenti agricoli. Queste caratteristiche portarono ad un'alleanza tra i coloni francesi e le tribù indigene. Avendo bisogno degli indiani per rifornirsi di pellicce, i francesi tessero una serie di trattati militari, commerciali e diplomatici con i nativi. L'alleanza tra francesi ed indiani fu di lunga durata. I francesi non scacciarono gli indiani dalle loro terre come fecero gli inglesi, non li ridussero in condizioni di schiavitù come fecero gli spagnoli e non cercarono di farli convertire al cattolicesimo. La Nuova Francia permise l'indipendenza dei nativi e non tentò di sopprimere le pratiche religiose autoctone.
Come l’Olanda anche l’attività di commercio francese era legata  alle compagnie di navigazione. Quella delle indie occidentali agiva sul Canada, sulla Accadia, sulle Antille francesi, sulla Caienna, sul Senegal, sulla Guinea e sulle regioni del Sud America sotto il dominio francese. Esattamente come le omonime realtà delle altre potenze europee alla Compagnia fu garantito il privilegio reale esclusivo (monopolio) per il commercio con queste regioni per quaranta anni. L'investimento iniziale fu considerevole, infatti dopo soli sei mesi di operatività la Compagnia disponeva già di 45 vascelli ed era riuscita a stabilire rotte commerciali con tutti i territori su cui aveva il monopolio. Nonostante questo la Compagnia fu una realtà effimera, infatti dallo scoppio della guerra d'Olanda nel 1672 emerse la sua condizione di grave inferiorità nei confronti della Compagnia olandese delle Indie Occidentali e le sue navi, non riuscendo a reggere il confronto con quelle olandesi, persero il privilegio di esclusività nel 1674.

L’OLANDA E LA COMPAGNIA DELLE INDIE OCCIDENTALI.

Anche l’Olanda riuscì a trarre grandi profitti dalle Americhe. Essa non ebbe grandi colonie ma riuscì a sviluppare una grande economia attraverso la concessione alle  prime compagnie di navigazione del monopolio sui traffici dell’oriente e occidente .  La zona in cui la compagnia poteva operare comprendeva l'Africa occidentale (cioè l'area tra il Tropico del Cancro e il Capo di Buona Speranza) e le Americhe, che includevano anche l'Oceano Pacifico e la parte più orientale della Nuova Guinea. Gli scopi di questa concessione erano quelli di eliminare la competizione, in special modo spagnola e portoghese, verso i vari avamposti commerciali. La compagnia divenne lo strumento della colonizzazione olandese delle Americhe. La Compagnia delle Indie Occidentali fu organizzata in modo simile alla più grande e ricca Compagnia delle Indie Orientali, che aveva il monopolio dei commerci verso l'Asia. La principale differenza sta nel fatto che alla WIC (in olandese Geoctoyeerde Westindische Compagnie o West-Indische Compagnie),  non era permesso condurre operazioni militari senza il consenso del Governatore olandese.